Oncologia traslazionale

Lo scopo della ricerca traslazionale oncologica è quello di costituire un ponte che consenta il più rapido trasferimento possibile delle nuove informazioni e delle scoperte di laboratorio alla terapia ed alla gestione clinica del paziente, producendo terapie innovative che risolvano le problematiche cliniche più urgenti.

La Medicina Molecolare e Traslazionale costituisce al momento l’approccio emergente in campo internazionale, come dimostrato dal sempre maggior numero di riviste, convegni, attività didattiche e di aggiornamento professionale che si occupano di questo tema, e dal sorgere di sempre nuovi centri di ricerca traslazionale soprattutto in campo oncologico. La sfida internazionale consiste nel trasferimento efficiente della conoscenza innovativa e delle sue applicazioni al settore produttivo per fare sistema a livello nazionale e conservare la competitività del nostro Paese in questo settore.
In particolare, per quanto riguarda il campo oncologico, la ricerca traslazionale ha come obiettivo la trasformazione delle scoperte scientifiche che arrivano dal laboratorio in applicazioni cliniche per ridurre l’incidenza e la mortalità per cancro. Questo ramo della ricerca scientifica viene ben rappresentato dalla frase “dal bancone del laboratorio al letto del paziente” (in inglese, “from bench to bedside”). Purtroppo, anche a causa delle normative di legge, la applicazione in ambito clinico diagnostico e soprattutto terapeutico segue di molti anni la sperimentazione effettuata in laboratorio. Pertanto, in alcuni laboratori di oncologia più avanzati lavorano ricercatori che conoscono la ricerca di base e che applicano tali conoscenze nella pratica clinica. La ricerca in “Oncologia Traslazionale” riunisce quindi le competenze necessarie a promuovere la progettazione e l’esecuzione di progetti di ricerca multidisciplinari con particolare riferimento alle malattie oncologiche per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici anche personalizzati alla malattia ed è in grado di svolgere ricerca di base, applicata ed industriale nell’ambito della biologia dei tumori allo scopo di ampliare le nostre conoscenze sui meccanismi molecolari della trasformazione neoplastica e della sua progressione clinica.

Il lavoro dei ricercatori INBB ha già contribuito al settore in maniera significativa dimostrando alta competitività in ambito internazionale. In particolare, le ricerche della UdR di Parma hanno già portato alla messa a punto di approcci terapeutici innovativi basati soprattutto sull’uso di sostanze naturali a scopo chemio-preventivo per il cancro della prostata. I risultati hanno riguardato l’individuazione di sostanze attive, la messa a punto di bio-marcatori utili per il monitoraggio anche personalizzato della risposta terapeutica, l’efficacia clinica della chemio-prevenzione, lo studio della progressione neoplastica e della resistenza alla terapia. Il Cancro della Prostata (PCa) è il secondo più comune tumore maschile dei paesi occidentali, ma diventerà presto il primo a causa dell’aumento dell’età media della popolazione. La mortalità specifica per questa malattia è solo il 15% circa, perché solo la forma metastatica uccide il paziente. La grande maggioranza dei PCa risulta di fatto di natura indolente. Ma il PCa è una malattia molto elusiva, dal momento che i dati disponibili non consentono la discriminazione della forma indolente da quella aggressiva. Lo scenario attuale della gestione clinica di questi pazienti è quindi caratterizzato da “over-diagnosis” e “over-treatment” della forma indolente, e scarsa efficacia della terapia delle forme aggressive. Le implementazioni in questo campo sono dirette ad una migliore gestione clinica dei pazienti maschi urologici ed in particolare dei pazienti affetti da PCa. Si calcola che nel 2008 ci siano stati 382.000 nuovi casi di PCa nella sola Europa. Come UdR INBB, sono state identificate e validate una “gene signature” con potere diagnostico e prognostico del PCa in grado di identificare e discriminare la forma aggressiva e misurare la risposta personalizzata ai trattamenti terapeutici; è stata messa a punto una strategia terapeutica chemio-preventiva che ha portato alla riduzione della diagnosi di PCa del 90% in soggetti a rischio in assenza di effetti collaterali rilevanti, con trial clinico di fase II;
è stato identificato un gene oncosoppressore (CLU) che al momento appare essere il miglior target terapeutico per una strategia anti-metastatica del PCa. L’impegno dei ricercatori INBB nel settore specifico è anche riportato dalle relazioni sulle attività svolte presentate nell’ambito dei Convegni Nazionali INBB, tra i quali si ricordano quelli più recenti relativi al IX Convegno Nazionale INBB, tenutosi a Roma il 21-22 Ottobre 2010 e del X Convegno Nazionale INBB, tenutosi a Roma il 22-23 Ottobre 2012, il cui programma dettagliato con gli abstract delle relazioni è presente sul sito www.inbb.it

Le prospettive future di maggiore interesse in questo campo riguardano la possibilità di implementare i risultati già prodotti con studi di validazione per attuare il loro rapido trasferimento alla pratica clinica. Ciò allo scopo di massimizzare il beneficio per il paziente, avvalendosi di collaborazioni già attive anche con realtà private quali l’industria farmaceutica e biomedicale. In particolare, sono obiettivi specifici della ricerca INBB sul carconoma della prostata individuare un metodo razionale che discrimini la forma aggressiva da quella indolente per una migliore gestione clinica del paziente, mettere a punto un trattamento poco costoso e meno aggressivo per la forma indolente, per poter concentrare le risorse sulla forma aggressiva, con risparmi importanti e beneficio immediato per i pazienti, individuare nuovi target molecolari per terapie innovative della forma metastatica.

Diverse UdR INBB operano nella Piattaforma relativa a “Oncologia Traslazionale”. In primo luogo le UdR di Modena, di Milano, di Parma e di Torino.

 

ALCUNE PUBBLICAZIONI RECENTI

  • Rizzi F, Naponelli V, Silva A, Modernelli A, Ramazzina I, Bonacini M, Tardito S, Gatti R,Uggeri J, Bettuzzi S. Polyphenon E(R), a standardized green tea extract, induces endoplasmic reticulum stress, leading to death of immortalized PNT1a cells by anoikis and tumorigenic PC3 by necroptosis. Carcinogenesis. 2014 Jan 20. [Epub ahead of print]
  • Panico F, Casali C, Rossi G, Rizzi F, Morandi U, Bettuzzi S, Davalli P, Corbetta L, Storelli ES, Corti A, Fabbri LM, Astancolle S, Luppi F. Prognostic role of clusterin in resected adenocarcinomas of the lung. Lung Cancer. 2013 Mar;79(3):294-9.
  • Davalli P, Rizzi F, Caporali A, Pellacani D, Davoli S, Bettuzzi S, Brausi M, D’Arca D. Anticancer activity of green tea polyphenols in prostate gland. Oxid Med Cell Longev. 2012;2012:984219.
  • Davalli P, Rizzi F, Caldara GF, Davoli S, Corti A, Silva A, Astancolle S, Vitale M, Bettuzzi S, Arcari M, Azzali G. Chronic administration of green tea extract to TRAMP mice induces the collapse of Golgi apparatus in prostate secretory cells and results in alterations of protein post-translational processing. Int J Oncol. 2011 Dec;39(6):1521-7.
  • Hassan MK, Watari H, Christenson L, Bettuzzi S, Sakuragi N.Intracellular clusterin negatively regulates ovarian chemoresistance: compromised expression sensitizes ovarian cancer cells to paclitaxel. Tumour Biol. 2011 Oct;32(5):1031-47.
  • Bhutia SK, Das SK, Kegelman TP, Azab B, Dash R, Su ZZ, Wang XY, Rizzi F, Bettuzzi S, Lee SG, Dent P, Grant S, Curiel DT, Sarkar D, Fisher PB. Mda-7/IL-24 differentially regulates soluble and nuclear clusterin in prostate cancer. J Cell Physiol. 2012 May;227(5):1805-13.
  • Moretti RM, Mai S, Montagnani Marelli M, Rizzi F, Bettuzzi S, Limonta P. Molecular mechanisms of the antimetastatic activity of nuclear clusterin in prostate cancer cells. Int J Oncol. 2011 Jul;39(1):225-34.